Sesso, Genere e Sessualità - Intervista a Catharine A. MacKinnon

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Originale di Cristan Williams su TransAdvocate.


Catharine A. MacKinnon è un’avvocata, insegnante, scrittrice, teorica e attivista. È la docente di diritto Elizabeth A. Long all’Università del Michigan e la docente invitata di diritto James Barr Ames presso la Harvard Law School (a lungo termine). Ha conseguito una laurea allo Smith College, un Juris Doctor alla Yale Law School e un dottorato in scienze politiche a Yale.

La professoressa MacKinnon è specializzata nella parità dei sessi nella teoria politica e nel diritto internazionale e domestico (compreso quello comparato e costituzionale). Il suo lavoro sulla disuguaglianza tra i sessi, incentrato sulla violenza sessuale, ha avuto un impatto sostanziale sulla legge e sulla cultura negli Stati Uniti e a livello internazionale. La professoressa MacKinnon esercita come avvocata e come consulente legale su leggi, contenziosi e attivismo. È tra gli studiosi di diritto più citati in lingua inglese e la donna più citata.

La seguente intervista è avvenuta nel corso di una serie di e-mail tra il novembre 2014 e il marzo 2015 e fa parte di una serie in corso sul femminismo di TransAdvocate.

Ho sempre pensato che non mi importasse come si diventi una donna o un uomo, non mi interessa. È parte della specificità di ognunə, della sua unicità, come quella di chiunque altrə. Chiunque si identifichi come donna, voglia essere una donna, vada in giro in quanto donna, per quanto mi riguarda, è una donna.

Catharine MacKinnon

Cristan Williams: In un mondo che fa per lo più appello a un’asserita essenza sessuale binaria naturale, persone sia trans che femministe hanno fatto alcune osservazioni. Le seguenti tre citazioni accennano a questa esperienza. Potrebbe commentare l’esperienza di cui stanno discutendo le tre autrici?

La ricerca sugli ormoni e sui cromosomi, i tentativi di sviluppare nuovi mezzi di riproduzione umana (creare la vita, o tenere in vita, nei laboratori degli scienziati), il lavoro sui transessuali e gli studi sulla formazione dell’identità di genere nei bambini forniscono informazioni essenziali che mettono in discussione la concezione che vi siano due sessi biologici distinti. Tali informazioni minacciano di trasformare la biologia tradizionale della differenza sessuale nella biologia radicale della somiglianza sessuale. Questo non vuol dire che ci sia un solo sesso, ma che ce ne siano molti. Le prove al riguardo sono semplici. Le parole “maschio” e “femmina”, “uomo” e “donna” vengono utilizzate solo perché al momento non ce ne sono altre.1

Andrea Dworkin, Femminista Radicale

Catharine MacKinnon: La critica di Andrea al binarismo polare sesso/genere, che trae origine dalla bugia della determinazione naturale, è un’analisi che abbiamo sempre condiviso.

Quello che voglio dire è che uno dei modi in cui viene giustificata l’oppressione delle persone di qualsiasi genere o sessualità alternativi è dicendo che la norma sociale sia naturale. Cioè che abbia origine nell’autorità della Natura stessa. In altre parole, viene da Dio, un’autorità a cui fare appello. Tutto ciò è, in effetti, una completa fabbricazione, una costruzione. Non esiste un sesso “naturale”, perché il “sesso” stesso come categoria medica o culturale non è nient’altro che il risultato momentaneo di battaglie su chi possiede i significati della categoria. Esiste una variabilità molto più ampia nella genetica di quanto la maggior parte delle persone (a parte i genetisti) si renda conto, ma la rendiamo invisibile attraverso il linguaggio. Il modo in cui la rendiamo invisibile attraverso il linguaggio è non avendo parole per nulla che non sia maschio o femmina. Uno dei modi in cui la nostra cultura cancella le persone è non avendo parole per loro. In questo modo ci riesce senza dubbio. Quando non c’è niente che ti descriva, sei effettivamente invisibile.2

Sandy Stone, Transfemminista

MacKinnon: In realtà, la mascolinità e la femminilità - termini che si riferiscono al sociale, ovvero al genere, piuttosto che al naturale, ovvero al sesso - sono riconosciute in diverse discipline come una serie di continuum che si sovrappongono su più varietà di quanto non lo facciano. Ma l’osservazione espressa nella citazione è ottima, dal momento che non c’è alcuna relazione tra la biologia del sesso e i significati imposti socialmente su di essa, a parte le conseguenze molto reali del sistema sociale della politica del sesso che effettua l’imposizione. Questo, ovviamente, solleva la domanda: se è tutta una costruzione sociale, perché intervenire nella biologia del sesso? Questa è una vera domanda politica, non una sfida alle decisioni dei singoli individui sulla presentazione sociale dei loro corpi, che secondo me non devono essere giustificate.

L’ideologia della differenza sessuale funge da censura nella nostra cultura mascherando, sulla base della natura, l’opposizione sociale tra uomini e donne. Maschile/femminile, maschio/femmina sono le categorie che servono a nascondere il fatto che le differenze sociali appartengono sempre a un ordine economico, politico, ideologico. Ogni sistema di dominio stabilisce divisioni a livello materiale ed economico. Inoltre, le divisioni vengono astratte e trasformate in concetti dai padroni e successivamente dagli schiavi quando si ribellano e iniziano a lottare. I padroni spiegano e giustificano le divisioni stabilite come derivanti da differenze naturali. Gli schiavi, quando si ribellano e iniziano a lottare, identificano le opposizioni sociali nelle cosiddette differenze naturali. Perché non c’è sesso. C’è solo il sesso che è oppresso e il sesso che opprime. È l’oppressione che crea il sesso e non il contrario. Il contrario sarebbe dire che il sesso crei l’oppressione, o dire che la causa (origine) dell’oppressione vada trovata nel sesso stesso, in una divisione naturale dei sessi preesistente (o al di fuori) della società. La supremazia della differenza forma a tal punto il nostro pensiero che gli impedisce di guardarsi dentro per mettersi in discussione, per quanto necessario ciò possa essere per conoscere la base di ciò che lo costituisce esattamente.3

Monique Wittig, Femminista Radicale

MacKinnon: Sono sempre stata d’accordo con questa posizione (fatta eccezione per la parte relativa al conoscere la base di ciò che lo costituisce esattamente, perché non è costituito al di fuori della società) e mi sono opposta all’ideologia così descritta, nel diritto e in tutto il resto. Le domande che pone, ancora una volta, sono, se “il sesso crea oppressione”, in che modo il cambiamento da un sesso all’altro si oppone a tale oppressione? Se “non c’è sesso”, come descriviamo il guadagno e la posta in gioco nel cambiarlo?

Williams: Penso che la maggior parte delle persone trans contemporanee si preoccupi innanzitutto di sentirsi a proprio agio nei propri corpi e di affrontare le conseguenze vissute di trovarsi faccia a faccia con una politica imposta che tenta di definire la loro esperienza per loro. Per le persone trans, i nostri corpi sono contestati nel senso di essere “reali” e certamente anche qualsiasi identità che faccia riferimento al corpo contestato verrà contestata politicamente. Janice Raymond, l’autrice di The Transsexual Empire: The Making of the She-Male (1979) contestò così i corpi delle persone trans:

Il transessuale diventa un prodotto sintetico. Parti sintetiche, come ormoni chimici e artefatti chirurgici di false vagine e seni, compongono un insieme sintetico. Inoltre, il fatto che i transessuali siano prodotti sintetici è un indizio della loro futura scomparsa.

I media religiosi fanno valutazioni simili:

Rimuovere i genitali e attaccare quelli artificiali … non cambia la realtà. Per la rimozione si tratta di mutilazione, e la costruzione di organi artificiali senza funzione riproduttiva non altera il genere o il sesso della persona. Inoltre, anche l’aspetto fisico deve essere mantenuto da dosi massicce di ormoni sintetici.

Penso che le persone trans dei decenni passati a cui veniva detto dai medici di mentire a tutti sulla propria storia trans, non presentavano certamente sfide significative alle domande che poni. Tuttavia, l’arco della storia si sta piegando verso le persone trans che si appropriano della loro esperienza vissuta e persino la celebrano di fronte a una cultura suprematista maschile. Questo cambiamento ha certamente sfidato le strutture sociali che cercano di reificare un binarismo sessuale naturale. Negli anni ‘70, le persone trans iniziarono a impugnare le ordinanze anti-crossdressing in tutta la nazione, cosa che interessò non solo le persone trans, ma anche la popolazione non trans. Ora vediamo un mondo in cui il presidente degli Stati Uniti riconosce le persone trans in un discorso sullo stato dell’Unione e riviste come Nature pubblicano articoli che affermano:

L’idea di due sessi è semplicistica. I biologi ora pensano che ci sia uno spettro più ampio di quello … I biologi hanno costruito una visione più sfumata del sesso, ma la società deve ancora mettersi in pari. È vero, oltre mezzo secolo di attivismo da parte di membri della comunità lesbica, gay, bisessuale e transgender ha ammorbidito gli atteggiamenti sociali nei confronti dell’orientamento sessuale e del genere. Molte società sono ora a proprio agio con uomini e donne che attraversano i confini sociali convenzionali nella loro scelta di aspetto, carriera e partner sessuale. Ma quando si tratta del sesso, c’è ancora un’intensa pressione sociale a conformarsi al modello binario.

Nonostante i media parlino delle ripercussioni degli uomini trans in gravidanza, penso che le persone trans siano almeno altrettanto critiche nei confronti dei ruoli di genere delle persone non trans e sicuramente quando si tratta di sfidare ruoli sessualmente normati, le persone trans possono essere un bastone fra le ruote del patriarcato.

Suppongo che molti di coloro che leggono questo articolo siano nuovi all’idea di “sesso” inteso come “classe sessuale”. Alcuni potrebbero anche non avere familiarità con l’idea che mentre la biologia e i corpi siano reali, l’idea di un binarismo sessuale naturale sia costruita culturalmente. Parlerebbe di come si è imbattuta per la prima volta in queste idee femministe radicali e di come vi ha inizialmente reagito?

MacKinnon: Sono generalmente d’accordo con l’analisi sopra, ma considero donne e uomini come sessi. Non credo che chiamarli classi sessuali aggiunga nulla alla comprensione che questi siano dei gruppi sociali, che c’è stata per almeno quarant’anni. Non so perché il fatto che donne e uomini siano gruppi definiti socialmente venga recepito da alcune come una rivelazione. Era ovvio per tutte noi agli inizi del movimento femminista che ciò che viviamo come “donna” sia una costruzione sociale della supremazia maschile e che l’idea che questa sia basata sulla natura sia la sua illusione più perniciosa. Il libro di Kate Millett, Sexual Politics, pubblicato nel 1969, non potrebbe essere più chiaro su questo punto. La mia domanda specifica fu CON COSA viene costruito socialmente il sesso? La risposta che diedi, e a cui credo ancora, è la sessualità. La sessualità è essa stessa non biologica, ma sociale, quindi il costruente è anche il costruito, il che ha senso poiché non c’è posto al di fuori della società. Le persone transessuali stanno facendo del loro meglio per vivere ed essere amate in condizioni in cui si crede ancora in modo pervasivo alla menzogna che il genere sia basato sul sesso, ovvero determinato biologicamente.

Le donne per me sono un gruppo politico. Non ho mai avuto occasioni di dirlo o di lavorarci su fino a questi ultimi anni, in cui si è discusso molto se le donne trans siano donne.

Catharine MacKinnon

Williams: Parlerebbe di come ha concettualizzato l’esperienza trans? Nel caso le sue opinioni siano cambiate nel corso degli anni, ne potrebbe parlare?

MacKinnon: Ho sempre considerato la discriminazione nei confronti delle persone trans come una forma di discriminazione basata sul sesso. L’ho insegnato in quel modo dal 1977; si può trovare in tutto il mio manuale di diritto Sex Equality (2007). Una dei miei primi clienti fu una donna che era stata imprigionata in un carcere maschile. La sua situazione era assolutamente orribile. Le mie opinioni su questo non sono cambiate di una virgola nel tempo, anche se sono diventate più informate man mano che più persone trans hanno scritto, si sono pronunciate e si sono affrontati più dibattiti, e man mano che ho incontrato sempre più persone trans (soprattutto donne trans) in tutto il mondo.

Fondamentalmente mi sembra, come a Simone de Beauvoir, che “donna non si nasce, lo si diventa”. Il modo in cui si diventa donne non è, a mio avviso, qualcosa che vada sorvegliato, anche se tutto ciò che riguarda quel processo merita di essere indagato e compreso in modo dettagliato. Essendo stata circondata da persone nate donne che non si identificano in particolare come donne e che respingono il femminismo sentendo che non abbia nulla a che fare con loro, mi ha motivata incontrare donne trans che invece si identificano come donne, e si oppongono attivamente alla violenza contro le donne, compresa la prostituzione (quelle che la praticano non hanno molta scelta al riguardo), e sono femministe forti. “donna” può essere, in parte, un’identificazione politica. Per essere una donna, si deve vivere nello status delle donne. Le donne trans ci stanno vivendo e, dalla mia esperienza, offrono anche una prospettiva preziosa al riguardo.

Williams: Come lavora con chi le dice con passione che, affinché le donne ottengano la liberazione, “donna” vada in primo luogo definito nei termini di un gruppo biologico discreto?

MacKinnon: La società a dominio maschile ha definito da sempre le donne come un gruppo biologico discreto. Se questo avesse dovuto portare alla liberazione, saremmo libere.

Simone de Beauvoir disse che non si nasce donna ma lo si diventa. E a quanto pare adesso dovremmo preoccuparci del come, come se essere una donna fosse improvvisamente diventato un territorio da difendere.

Catharine MacKinnon

Williams: Raymond si impegna a garantire che la moralità del naturale venga trattenuta quando si parla di donne trans per mezzo di espressioni come “da-maschio-a-femmina-costruita”, mentre Mary Daly descriveva le donne trans come Frankensteiniane e Germaine Greer paragonò esplicitamente le donne trans a “Norman Bates in Psycho”. La morale di Jeffreys ritiene disonorevole rivolgersi alle donne trans al femminile:

Un altro motivo per rispettare i pronomi che indicano la biologia è che, come femminista, considero il pronome femminile un onorifico, un termine che trasmette rispetto. Il rispetto è dovuto alle donne come membri di una casta sessuale che sono sopravvissuti alla subordinazione e meritano che ci si rivolga a loro con onore.4

Prende una posizione morale sull’esistenza delle persone trans e, in tal caso, ne può parlare?

MacKinnon: Non prendo posizioni morali. Sono una teorica della politica e del diritto, non della morale, e vedo il teorizzare la morale sostanzialmente come un far sfoggio di sé in modo solipsistico. Dichiarazioni come questa non fanno che rafforzare questa opinione. Noterò che, sotto l’ottica di un’analisi politica della politica del sesso, basare la moralità sulla natura è contrario a tutto ciò che il femminismo ha ottenuto.

Williams: Cosa pensa del fatto che le persone trans siano coperte dal Violence Against Women Act?

MacKinnon: Insieme ad ogni altra forma di discriminazione basata sul sesso, la violenza basata sul sesso viene inflitta alle persone trans, che dovrebbero avere ogni mezzo giuridico. Poiché il mezzo civile è stato eliminato, nessuno ce l’ha a questo punto.

Williams: Diversi studi hanno scoperto che il tasso di stupro all’interno della comunità trans è piuttosto elevato. Ecco alcuni esempi di incidenza di stupro tra le popolazioni trans intervistate:

  • 50%: sopravvissuti transgender e intersessuali alla violenza domestica: definizione di termini, barriere e responsabilità.5
  • 59%: il progetto della salute della comunità transgender: risultati descrittivi.6
  • 54%: le esigenze di assistenza sanitaria e sociale delle persone transgender a Filadelfia.7
  • 46%: le esigenze di assistenza sanitaria e sociale delle persone transgender a Chicago.8
  • 50%: violenza contro le persone transgender: un esame dei dati degli Stati Uniti.9

Potrebbe commentare su questo?

MacKinnon: Questi numeri sono abbastanza simili alle cifre reali per le donne. È positivo che ci siano dati a sostegno del modo in cui da decenni in molti dicono che debbano stare le cose. Si spera che si farà di più al riguardo.

Williams: Ho visto alcune femministe (di solito online) affermare che le persone trans e il femminismo si escludano a vicenda. Si è mai imbattuta in femministe trans? Può parlare dei modi in cui ha visto le persone trans lavorare per porre fine alla supremazia maschile?

MacKinnon: Mi sono imbattuta in donne trans con eccellenti, chiare idee politiche femministe. Sono in contrasto netto con le molte donne privilegiate di cui sono spesso circondata, che negano l’esistenza di discriminazioni sessuali o che affermano che la prostituzione sia una scelta liberatrice per le donne. Mi sono imbattuta in donne trans che si prostituiscono e si oppongono fortemente alla prostituzione, mettendo in chiaro che non si prostituirebbero se potessero essere pagate per fare qualsiasi altra cosa. E dovrei concludere che le donne nate tali che sostengono la prostituzione siano la mia squadra? Mi sono imbattuta in donne trans che si oppongono con passione ad ogni forma di violenza contro le donne, contro chiunque, per esperienza reale, e stanno lavorando per porvi fine. Le donne trans che conosco sono molto chiare sul fatto che la supremazia maschile sia un sistema politico di oppressione a cui si oppongono. Questo è senza dubbio un gruppo ristretto, ma esistono.

Williams: I gruppi anti-femministi affermarono che, se l’ERA fosse passato, gli uomini sarebbero stati in grado di accedere al bagno delle donne:

Ascoltando gli oppositori dell’Equal Rights Amendment, si potrebbe pensare che sia stato progettato per … unificare i bagni pubblici, legalizzare lo stupro, mettere fuorilegge il matrimonio eterosessuale … Il professore di diritto Paul Freund contestò nel 1973 di venire “citato erroneamente e fuori contesto da alcuni oppositori dell’Equal Rights Amendment” e commentò categoricamente: “Non ho affermato, e non ritengo, che l’emendamento imporrebbe la condivisione tra entrambi i sessi dei bagni e delle prigioni.” Tuttavia, nel 1975, una grossa inserzione pubblicitaria anti-ERA sui quotidiani di Baton Rouge gli attribuì l’accusa che l’ERA avrebbe unificato i bagni.10

Oltre alle conseguenze dell’ERA citate da Lybrand e Stewart, Merrill sollevò il problema dei bagni. “Se si riescono a unificare i bagni divisi per razza, perché non quelli divisi per sesso?”, chiese.11

Venne utilizzata una retorica abbastanza simile contro l’abrogazione del DADT:

La maggior parte delle preoccupazioni che abbiamo ascoltato riguardo alle docce e ai bagni erano basate sullo stereotipo - che uomini gay e lesbiche si comporteranno da predatori in queste situazioni, o che consentire a persone omosessuali ed eterosessuali dello stesso sesso di fare la doccia insieme equivalga a permettere a uomini e donne di fare la doccia insieme.12

Quando si discute di un’ordinanza sull’uguaglianza che è inclusiva delle persone trans, viene adoperata una retorica simile. Cosa può dire sull’utilizzo di questo “meme dei bagni” in politica?

Molte donne trans vanno in giro come donne, chi l’avrebbe mai immaginato, ed improvvisamente dovrebbe importarci che stiano usando il bagno delle donne. Stanno nel bagno di fianco al nostro con la porta chiusa, e a quanto pare dobbiamo sentirci minacciate. Io no. Non mi interessa. A questo punto non mi importa minimamente.

Catharine MacKinnon

MacKinnon: Avevo sperato che il panico sui bagni stesse svanendo. La vulnerabilità che si attribuisce ai bagni potrebbe essere esaminata in modo più serio. Ma la maggior parte dei bagni è dotata di cabine con porte che si chiudono e la maggior parte delle persone ha viaggiato con uno di quegli stendardi di uguaglianza sessuale, le compagnie aeree. Gli “uomini” nei bagni delle donne e lo “sguardo gay” dentro la doccia sono per lo più viste come tattiche intimidatorie di destra o omofobiche per, rispettivamente, impedire alle donne di far valere il loro diritto all’uguaglianza e agli uomini eterosessuali di rendersi conto di come ci si possa sentire ad essere guardati con un pensiero sessuale in mente, anche se quel pensiero sessuale è nelle loro stesse menti. La gente sembrava anche dimenticare che di solito sono gli uomini gay ad essere violentati da uomini eterosessuali, anche nei bagni degli uomini, e non viceversa. Nel mentre tornano ad essere chiamati in causa i bagni nelle discussioni a tema trans, potremmo aggiungere un terzo bagno chiamato Toilette. Aiuterebbe tutte le donne che non hanno mai abbastanza bagni, le donne che vengono chiamate al maschile nei bagni delle donne e chiunque si sentirebbe più a proprio agio con una terza opzione.

Che ne pensano gli uomini di questa domanda? Sono minacciati dagli uomini trans nei propri bagni? Più in generale, dove sono gli uomini che dicono che gli uomini trans non siano uomini?

Williams: Personalmente, mi piace l’idea di aggiungere l’opzione di un bagno unisex o familiare. È una soluzione per chi sente di non riuscire a gestire la realtà di una persona trans che entra o esce da un bagno.

Rappresentare politicamente le donne trans come un uomo nero dei bagni fornisce alla destra uno strawman utile per mobilitarsi contro un nuovo volto dell’immoralità. Direi che la destra comprenda chiaramente che questo gigante politico sia meno efficace se si considera che gli uomini trans usino il bagno degli uomini e sarebbero costretti ad andare nel bagno delle donne da una legge che cercasse di stabilire l’accesso ai bagni in base ai cromosomi. Probabilmente non aiuta la retorica della destra quando gli uomini non trans dicono di non essere interessati agli uomini trans che usano il bagno degli uomini.

Mettendo da parte il discorso politico attuale, l’accesso alle strutture pubbliche è un problema per la comunità trans. Per esempio:

Ho trascorso così tante ore ad evitare i bagni pubblici a cabine multiple che ho danneggiato la vescica e messo sotto pressione i reni. Il problema era quotidiano. Pensavo a quali bagni avrei potuto utilizzare dove stavo andando, a quanto avessi bevuto durante il giorno, se avessi avuto la compagnia di persone che potessero aiutare a fare la guardia…

Risposta a un sondaggio del 2002 condotto dalla San Francisco Human Rights Commission che riscontrò che quasi il 50% degli intervistati transgender avesse riferito di molestie o aggressioni in un bagno pubblico.

Viviamo sotto costante minaccia di una violenza orribile. Dobbiamo preoccuparci di quale bagno usare quando le nostre vesciche fanno male. Siamo costretti a considerare se verremo trascinati fuori da un bagno e arrestati o se dovremo prenderci a pugni con qualcuno con le vesciche ancora doloranti. È una realtà quotidiana per noi. Gli esseri umani devono usare i bagni … Se vado nel bagno delle donne, sono pronta per le grida e per la vergogna? Qualcuno finirà per chiamare la sicurezza o la polizia? Se uso il bagno degli uomini, sono disposta a combattere per uscirne? Sono davvero pronta per la violenza che potrebbe derivarne?13

Gli agenti di polizia spesso molestano o abusano di persone transgender e gender nonconforming a prescindere di quale dei due bagni utilizzino. Questa molestia si intensifica se abbinata allo stereotipo delle persone trans come predatori sessuali. In quanto tale, l’uso del bagno “sbagliato”… spesso si traduce in arresti per crimini come atti osceni in luogo pubblico o pubblica indecenza. Rifiutarsi di rispettare o semplicemente contestare le indicazioni di un agente di polizia su quale bagno la persona debba utilizzare può spesso portare ad accuse come resistenza a pubblico ufficiale o disturbo della quiete pubblica.”14

Questo problema ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica quando l’allora rappresentante di stato Richard Floyd (R) affermò pubblicamente che avrebbe aggredito le donne trans che avessero osato comprare vestiti nel modo in cui lo fanno le persone non trans:

Credo che se fossi davanti ad un camerino e mia moglie o una delle mie figlie fosse lì dentro e un uomo cercasse di entrare - non mi interessa se pensi di essere una donna - e provasse dei vestiti con loro lì dentro - cercherei soltanto di picchiarlo a sangue.

Può commentare il problema delle strutture pubbliche per le persone trans?

MacKinnon: Queste testimonianze sono orribili. Ma il fatto schiacciante è che nessuno controlli quale struttura pubblica venga utilizzata da chi. Molte donne usano i bagni degli uomini quando quelli delle donne non sono disponibili, il che è di frequente. La maggior parte delle persone non mostra i propri genitali per accedere ad una struttura. La maggior parte delle persone transgender vive con successo il proprio genere. Nessuno se ne accorge. Ma queste prove di cui sopra indicano anche la cattiveria di una società che insiste sul fatto che i corpi delle persone si conformino alle loro identità vissute, o sono seriamente a rischio di violenza. Il pericolo è chiaro.

Williams: Alcuni affermano che alcune donne/femmine possano avere un pene e che alcuni uomini/maschi possano avere una vagina. Cosa ne pensa?

MacKinnon: Vi sono fortemente indifferente.

Williams: Pensa che il binarismo del “sesso” sia un costrutto sociale?

MacKinnon: In realtà, ho in primo luogo sostenuto che la sessualità sia un costrutto sociale, che è molto più in là sulla stessa linea di pensiero di questa osservazione piuttosto ovvia.

Williams: In altre parole, se l’idea stessa di un binarismo sessuale biologico è fabbricata, ciò significherebbe necessariamente che anche qualsiasi sessualità basata sul mito del binarismo sessuale sia fabbricata? Sta dicendo che nessuno dei due concetti esista al di fuori della cultura?

MacKinnon: Esatto. E quella cultura è tra le altre cose misogina fino al midollo, e la misoginia è sessualizzata, inutile dirlo.

Williams: So che è stata falsamente accusata di aver affermato che “tutto il sesso è stupro” (insieme a varianti simili). Cosa pensa che venga maggiormente travisato delle sue teorie e perché?

MacKinnon: Dopo che ci sono voluti circa 20 anni di contenzioso per stabilire che questa affermazione sia diffamazione, ho appreso che le persone - in questo caso, inizialmente Rush Limbaugh e Playboy quasi allo stesso tempo - creino bugie diffamatorie in modo tale che il pubblico non prenda sul serio il lavoro che li minaccia (il loro potere, ovvero la loro sessualità). A causa della mia analisi della sessualità dominante maschile come pratica della disuguaglianza sessuale, in particolare nel modo in cui è implementata nell’industria multimiliardaria della pornografia, mi videro come un nemico e decisero di distruggermi con ogni mezzo a propria disposizione. Una volta che la New York Times Book Review pubblicò volontariamente nel 2006 la sua correzione più lunga della storia, dicendo che non solo non l’avessi mai detto, e che il mio lavoro non significasse questo, ma che non lo PENSASSI (!), hanno praticamente smesso. Molti accademici, tuttavia, che in gran parte non leggono, mi dispiace dirlo, non si sono tenuti al passo. Come ha riconosciuto, questa è solo una di tali mistificazioni.

Williams: Grazie per questa intervista! Sono molto grata di questa opportunità di presentare le sue opinioni alla comunità trans!

MacKinnon: Spero che questo possa aiutare a chiarire ciò che è già stato chiaro nel mio lavoro per decenni. Abbiamo tutti molto da fare al di là di sorvegliare “le donne”.

Riferimenti

  1. Dworkin, Andrea. Woman Hating. New York: Dutton, 1974. 175 – 176. 

  2. Gabriel, Davina. “Interview with a Transsexual Vampire: Sandy Stone’s Dark Gift.” TransSisters: The Journal of Transsexial Feminism, March 1, 1993, 21. 

  3. Wittig, Monique. The Straight Mind and Other Essays. NY: Harvester Wheatsheaf, 1992. 2. 

  4. Jeffreys, Sheila. Gender Hurts: A Feminist Analysis of the Politics of Transgenderism. NY: Routledge, 2014. 9. 

  5. Courvant, D., and L. Cook-Daniels. “Transgender and Intersex Survivors of Domestic Violence: Defining Terms, Barriers and Responsibilities.” NCADV, 1998. 

  6. Clements, K.The Transgender Community Health Project: Descriptive Results. CA: San Francisco Dept. of Public Health, 1998. 

  7. Kenagy, G. “The Transgender Community Health Project: Descriptive Results.” International Journal of Transgenderism 8, no. 2/3 (2005): 45-56. 

  8. Kenagy, G. and Bostwick, W. “The health and social service needs of transgender people in Chicago.”International Journal of Transgenderism 8, no. 2/3 (2005): 57-66. 

  9. Stotzer, Rebecca L. “Violence Against Transgender People: A Review Of United States Data.”Aggression and Violent Behavior 14, no. 3 (2009): 170-79. 

  10. “Is the ERA Dead?” Ruston Daily Leader, June 16, 1977. 

  11. “Opposition mounts to Equal Rights Amendment” The Anniston Star, March 25, 1973. 

  12. “Executive Summary.” In Report of the Comprehensive Review of the Issues Associated with a Repeal of “Don’t Ask, Don’t Tell”, chaired by J. Johnson, by C. Ham, 13. Washington, DC: Department of Defense, 2010. 

  13. Feinberg, Leslie. Trans Liberation: Beyond Pink or Blue. Boston, Mass: Beacon Press, 1998. 68 – 69. 

  14. Gehi, Pooja. “Struggles from the Margins: Anti-Immigrant Legislation and the Impact on Low-Income Transgender People of Color.”Women’s Rights Law Reporter 30, no. 1 (2009): 315-46. 

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